Consigli d'uso

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venerdì 17 dicembre 2010

Genova cambia idea, i guard rail "buoni" saranno installati!


Ne avevamo parlato qui (vergogna, dal Secolo XIX), qui(vergogna e profitto, dal Secolo XIX) e qui (riflessione amara da Nuvolari.tv).

Ora torniamo a parlarne come di una vittoria! Non resta che sperare che alle promesse, seguano i fatti :)

da Nuvolari.tv, articolo di Flavio Atzori

Guard Rail di Genova, forse ci siamo. Sembra infatti che una soluzione sia stata trovata dal sindaco che, lo ricordiamo, era restia ad installareguard rail salva motociclisti per via degli elevati costi. Il problema era che, la zona preposta, circa 18 km, era ed è una delle più pericolose della rete stradale cittadina.

La svolta è arrivata attraverso l'utilizzo di un sistema differente per la protezione dei conducenti a due ruote. Al posto della classica gonnella protettiva che tocca l'asfalto, si è parlato di una soluzione tubolare che promette eguale efficacia, ma con un costo inferiore.

Il dispositivo è stato scoperto da un mio collega su una statale in Veneto” ha commentatoRoberto Ionna, dirigente di pianificazione e traffico del Comune.

Molto probabilmente, Ionna fa riferimento ai tubi di polistirolo che vengono messi a protezione delle basi di supporto del Guard Rail. Sicuramente una soluzione con un costo inferiore al milione di euro preventivato. La polemica, lo ricordiamo, scattò dopo la morte di due ragazzi, caduti dallo scooter e dilaniati dai Guard Rail.


qui l'analogo articolo del Secolo XIX

giovedì 9 dicembre 2010

Guard Rail H2 - quanto vale una vita umana?


Direttamente da Nuvolari.tv, l'articolo di Flavio Atzori


Quanto costa una vita umana? O meglio, quanto costa la vita di un motociclista? E' una domanda senza alcun senso, lo sappiamo benissimo. Perchè, innanzitutto, la vita non ha prezzo e, secondo, perchè, sinceramente, non è proprio una domanda da porsi. Eppure, da qualche giorno, abbiamo scoperto che la vita ha un prezzo. Ed è troppo elevato. Quanto? Circa 20 milioni di euro.

Già, perchè ad illuminarci, in questo mondo che gira intorno all'economia e agli interessi, ci ha pensato ilsindaco di Genova, Marta Vincenzi, che, dalle colonne del Secolo XIX, ha parlato dei nuoviGuard Rail H2, comunemente definiti come 'Guard Rail salva motociclisti':

"In un tratto installeremo alcuni guard-rail H2, ma io sono scettica anche su questa soluzione e chiederò agli uffici di ripensarci. Rifare tutto? Neanche per sogno, costerebbe venti milioni, una cifra che non possiamo permetterci"

Una dichiarazione decisa, netta, che mostra ovviamente tutti i problemi che un'amministrazione comunale deve andare ad affrontare. D'altro canto, 19-20 milioni sono troppi per salvare delle vite umane no?

Ma dalle risate amare di un 'facile' sarcasmo, figlio di constatazioni dettate da principi (molto poco) morali e (molto) economici, sfogliando le pagine del Secolo XIX, si nota che i conti non tornano. "Un prezzo alto, vicino a quello di una sostituzione parziale, ma non è proporzionato a quello dell’installazione di una protezione per i motociclisti". Queste le parole di Filippo Leone, responsabile commerciale e tecnico di una ditta specializzata in barriere stradali.

Noi non vogliamo aggiungere altro; solo un paio di numeri ripresi proprio dal Secolo XIX:

20: i milioni preventivati dal sindaco di Genova

1,8: i milioni preventivati da un'azienda leader del settore

A voi i commenti...


Di: Flavio Atzori

mercoledì 8 dicembre 2010

I conti non tornano...


fonte: il Secolo XIX, articolo di Giuliano Gnecco

Sopraelevata sicura? Basta un milione di euro


È il balletto delle cifre, un classico. Solo che questa volta sono le aziende a giocare al ribasso, ad assicurare che le cifre sono troppo elevate. Quando costa un nuovo guardrail in Sopraelevata in grado di garantire sicurezza ai motociclisti? Per il Comune di Genova, una cifra intorno ai 19 milioni. «Un prezzo alto, vicino a quello di una sostituzione parziale, ma non è proporzionato a quello dell’installazione di una protezione per i motociclisti», osserva Filippo Leone, responsabile commerciale e tecnico della Margaritelli, ditta specializzata in barriere stradali. Alt, non si tratta di pubblicità, perché «le nostre protezioni hanno superato i crash test per testa, collo e parametri biometrici, ma le nostre protezioni in legno non sono adatte a una strada come la Sopraelevata». Sono state installate con efficacia nel Senese, ma in direttrici con caratteristiche differenti rispetto a una strada a scorrimento rapido come la Aldo Moro. Mettendo insieme cinque preventivi di cinque diverse ditte specializzate in questo genere di barriere, la media non arriva a un milione di euro per i 18,4 chilometri della strada Aldo Moro.

martedì 7 dicembre 2010

«Guardrail assassino? Rifarlo costa troppo»


dall'edizione online del Secolo XIX

Il Secolo XIX ha deciso di raccogliere l’appello di Patrizia Barontini, la madre di Elektra Piras, giovane morta il 12 settembre 2006 cadendo dalla sua moto. I lettori potranno inviare una email al Comune con l’invito a sostituire tutte le barriere di protezione della Sopraelevata, costate molte vite umane in questi anni. Si può inviare direttamente all’indirizzo sopraelevata@ilsecoloxix.it oppure cliccando qui

«Non sostituiremo i guardrail se non in piccolissima parte. Costa troppo». Marta Vincenzi risponde alle domande dei cronisti supportata da una nota. Dal tono di voce si comprende l’imbarazzo a trattare un argomento scomodo. La cronaca recente parla della morte di due ragazzi. Dilaniati dai soliti guardrail che il Comune, nonostante la conclamata pericolosità e oltre 100 mail giunte in un solo giorno alla redazione del Secolo XIX, non sostituirà. L’annunciato intervento di restyling da quattro milioni di euro - dalle date ancora da definirsi - non comprenderà che una parzialissima sostituzione della barriere.

«In un tratto installeremo alcuni guard rail “H2” (i cosiddetti “salva-motociclisti”, senza spazi all’interno dei quali possano incastrarsi i corpi dei malcapitati, ndr) - ha detto il sindaco ieri pomeriggio - ma io sono scettica anche su questa soluzione e chiederò agli uffici di ripensarci. Rifare tutto? Neanche per sogno, costerebbe venti milioni, una cifra che non possiamo permetterci».

dall'edizione online del Secolo XIX

non so voi, ma a me questa notizia lascia l'amaro in bocca.

QUESTO l'indirizzo per mandare una email al Secolo XIX

QUI uno dei tanti gruppi contro i guard rails assassini su facebook

e QUI l'immagine che tante persone stanno mettendo come immagine di profilo su facebook da qualche giorno a questa parte.




venerdì 19 novembre 2010

Aci-Istat: incidenti stradali, morti in calo nel 2009


Sulle strade italiane, nel 2009, i morti per incidenti stradali sono scesi del 10,3%. Il dato emerge da un rapporto realizzato dall'Aci e dall'Istat e presentato oggi a Roma.
Il rapporto evidenzia nel 2009 un calo su base annua dei sinistri dell'1,6% e dei feriti dell'1,1%.
Luglio si conferma il mese 'nero', mentre il sabato risulta essere il giorno con più morti e le 18 l'ora più critica. Di notte si verificano meno incidenti ma più pericolosi, mentre i week-end sono fortemente a rischio. I più colpiti risultano essere i giovani "under 25" mentre il maggior numero di incidenti, morti e feriti, si verifica sulle strade urbane, mentre i più gravi avvengono sulle extraurbane. Più sicure le autostrade.
Dal rapporto emerge inoltre che i punti più critici della rete autostradale sono il Grande Raccordo Anulare di Roma nel tratto tra i km 20-65, dove i km con incidenti ricorrenti nel 2009 sono stati 13. A seguire l'autostrada del Sole (A 01 Milano-Roma-Napoli) tra i km 603-664 (provincia di Frosinone; sono stati 10 i km conincidenti ricorrenti) e tra i km 260-309 (Firenze; 7 i km più a rischio); la A 20 Messina-Palermo, nel tratto tra il km 4 e ilkm 68 (provincia di Messina), dove i km con incidenti ripetuti sono stati 6; la A 12 Genova-Roma, nel tratto Genova-Rosignano, km 3-27, 4 i km più pericolosi. E ancora, l'autostrada A 29 Palermo-Mazara del Vallo (tratto km 0-31, all'altezza di Palermo; 4 i km con più incidenti), la tangenziale Est-Ovest di Napoli (tratto km 5-16); la tangenziale Nord di Bologna (km13-15); la A 51 tangenziale Est di Milano (km 9-24) e la A 19 Palermo-Catania (km 3-70, all'altezza di Palermo).
La più ''pericolosa'' tra l strade statali è la via Aurelia (ss001) nel tratto tra i km 12-36 (7 i km con incidenti ripetuti nel 2009) in provincia di Roma. Seguono la ss 005 via Tiburtina Valeria (Roma) tra i km 12-36 e la ss 148 Pontina (Latina) tra ikm 38-103, entrambe con 6 km più a rischio incidenti; la ss 162, strada della Valle Caudina (Napoli; km 0-24); la 148 Pontina (Roma) tra i km 13-31; la 415 Paullese (Cremona), km 17-43; la 007 via Appia (Roma), km 16-46; la 106 Jonica (Crotone), km 240-250; la 004 via Salaria (Roma), km 14-36; la 036 strada del Lago di Como e dello Spluga (Lecco), tra i km36-43.
Secondo il presidente dell'Aci, Enrico Gelpi, i dati "presentano parecchie conferme rispetto agli anni precedenti. Non è certamente un buon segnale". 

Aggiungo la mia testimonianza sulla pericolosità della Ss 001 Aurelia. Nella mia città si è portata via almeno 7 vite, negli ultimi 13 mesi. in meno di 2,5 km di percorso. Tra le cause: Imprevisto, Alcool, Velocità elevata, Guasto Meccanico. soltanto in un caso le barriere di protezione non avrebbero fatto la differenza. Un albero, un guard rail moderno, un guard rail con 50anni di manutenzione arretrata ed un palo segnaletico hanno fatto la differenza tra la vita e la morte. State attenti.

lunedì 11 ottobre 2010

Il casco D.G.M. è proibito dal 12 ottobre anche sui ciclomotori


da Motoblog

Il casco abitualmente definito “a scodella” da domani è proibito anche sui ciclomotori, ovvero sugli unici mezzi a motore che ancora ne prevedevano la possibilità di utilizzo grazieall’omologazione D.G.M. In base alla legge all’articolo 28 della legge del 29 luglio 2010 n°120, l’utilizzo verrà sanzionato con multe da 74 a 299 euro, oltre al fermo del veicolo per 60 giorni.

Nel dettaglio, la nuova legge ha contribuito a riformare anche l’articolo 171 del Codice della Strada, che recita: “durante la marcia, ai conducenti e agli eventuali passeggeri di ciclomotori e motoveicoli è fatto obbligo di indossare e di tenere regolarmente allacciato un casco protettivo conforme ai tipi omologati, in conformità con i regolamenti emanati dall’Ufficio europeo per le Nazioni Unite - Commissione economica per l’Europa e con la normativa comunitaria”.

Da domani, 12 ottobre, l’impiego di questo casco - Il casco con l’omologazione D.G.M., anche detto “a scodella” o “spagnolo”, sarà bandito. Lo sancisce l’art. 28 della legge 29 luglio 2010 n.120 in materia di Sicurezza stradale, che tra gli altri, ha riformato anche l’art. 171 del Codice della Strada.

Quest’ultimo, al comma 1, prescrive: “durante la marcia, ai conducenti e agli eventuali passeggeri di ciclomotori e motoveicoli è fatto obbligo di indossare e di tenere regolarmente allacciato un casco protettivo conforme ai tipi omologati, in conformità con i regolamenti emanati dall’Ufficio europeo per le Nazioni Unite -Commissione economica per l’Europa e con la normativa comunitaria. Quando il mancato uso del casco riguarda un minore trasportato, della violazione risponde il conducente”.

Quando la stessa infrazione viene commessa due volte nell’arco di un biennio il fermo del veicolo sale a 90 giorni. Attenzione quindi quando acquistate un casco, verificate che l’omologazione sia stata effettuata in base alle norme Ece/Onu 22.

mercoledì 22 settembre 2010

Quando gli incidenti capitano davanti casa...


Prima di cena.. botto tremendo, esco di casa.. c'è un ragazzo immobile sull'asfalto, scooter distrutto, macchina con la fiancata bombata. terrore. corsa verso di lui.. non si muove, poi piano piano una mano si apre, riprende conoscenza, lo tranquillizzo, lo faccio stare fermo. Una ragazza con un fazzoletto gli tampona il taglio profondo sul collo, si agita, ha sangue anche sulla mano, sulla maglietta azzurra del Napoli, nei jeans strappati. gli chiedo il suo nome, lo tranquillizzo, gli dico che il taglio non è grave, che l'ambulanza sta arrivando, che le gambe le muove per fortuna, che gli è andata bene.. ma lui si vuole alzare... anche se è volato oltre l'auto che ha colpito. L'ambulanza arriva, lo stabilizzano, lo caricano in barella con il collare e entra dentro. L'autista prima di partire ci dice che non dovrebbe essere niente di grave, ma ha perso conoscenza dopo la botta... urgono controlli approfonditi... Meno male per il casco integrale (Airoh) che gli ha salvato la vita. L'ambulanza va via, arriva la municipale, aiuto pure loro, con traffico, misure, rimozione del mezzo e alla fine viene fuori che quello scooter monta la targa di un altro scooter rubato. é un Sh150 con la targa di un Habana 125.. Sono ovviamente contento di aver aiutato una persona in grave difficoltà, e ancora di più del fatto che si sia mossa.. il vedere quel ragazzo disteso a terra, immobile mentre gli correvo incontro, è stato orribile. L'ho detto e lo ribadisco, ho una massima ammirazione per chi presta servizio sulle ambulanze. Se quel ragazzorisulterà effettivamente coinvolta nel furto, sarò contento che per un pò questa persona starà alla larga dal suo lavoro.. dopotutto esiste anche www.motorubate.it ... di due siti che curo, stasera ho fatto ambo... che serata eh?

giovedì 1 luglio 2010

Motosegnalazione Stradale il prossimo 11 luglio a Milano


da Motoblog:

Il Comitato Motocivismo e il Coordinamento Motociclisti hanno organizzato per il prossimo 11 luglio 2010 la 1a giornata della Motosegnalazione Stradale. Obiettivo delle due associazioni quello di sensibilizzare ancora una volta le istituzioni circa la pessima qualità delle strade italiane e delle infrastrutture ad esse collegate, sollecitando un pronto intervento per la risoluzione dei problemi in essere ormai da troppo tempo.

Chi volesse partecipare sappia che il ritrovo è a Milano, in Piazza Cantore (edifici Dazio) alle ore 10.30. I partecipanti veranno suddivisi per piccoli gruppi ai quali verrà assegnato un percorso da seguire. Il motogiro del capoluogo lombardo (stimato in circa 2 ore) ha lo scopo di di mappare e fotografare quante più magagne stradali possibili (manto stradale rovinato, segnaletica non manutenuta o incomprensibile, dossi fuori norma, autovelox non segnalati, etc.).

Le foto (opportunamente etichettate) verranno in seguito caricate sul sito netlamps.it per la visualizzazione geografica e la magagne peggiori verranno denunciate alle autorità’ competenti.

mercoledì 9 giugno 2010

Coordinamento Motociclisti e Progetto RoSa


LINK alla relativa pagina del Coordinamento Motociclisti

Il Progetto “ROSA”, co-finanziato dalla Commissione Europea, ha il principale obbiettivo di ridurre il numero di incidenti che, nei Paesi dell’UE, vedono coinvolti i motociclisti, attraverso la realizzazione e la diffusione su larga scala di un Manuale sulle pratiche e abitudini che consentono di aumentare la sicurezza nella guida della moto.

Per sviluppare il progetto si è costituito un consorzio formato da importanti realtà del motociclismo europeo:
RFME (Real Federacion Española de Motociclismo, promotrice del progetto), FMP (Federação Motociclismo Portugal), AMM (Asociaciòn Mutua Motera), CM (Coordinamento Motociclisti), DORNA Sports s.l. (organizzatrice del Campionato del Mondo MotoGP), ERF (European Road Federation) e Fundación CIDAUT (Fondazione spagnola dedicata a ricerca e sviluppo di sistemi per la sicurezza stradale).

Dopo la presentazione ufficiale, avvenuta lo scorso aprile a Jerez de la Frontera, il Progetto “ROSA” è arrivato nel circuito del Mugello.
Durante il weekend i motociclisti hanno avuto la possibilità di visitare il cosiddetto “Kino Bus” (l’autotreno ROSA ufficiale, dove i cosiddetti “utenti deboli della strada” possono acquisire e migliorare la conoscenza di “buone pratiche” finalizzate al miglioramento della sicurezza in moto).

Circa 30 esperti di sicurezza stradale provenienti da diversi settori (pubblica amministrazione, infrastrutture, produttori di moto, accessori e abbigliamento specifico, centri di ricerca e sviluppo, associazioni di motociclisti, ecc.) lavoreranno insieme con l’obiettivo di individuare e analizzare le “buone pratiche” già note ed eventualmente altre nuove.

LINK alla relativa pagina del Coordinamento Motociclisti

martedì 25 maggio 2010

Primo weekend di strage di motociclisti

da : La Repubblica di ieri:

In soli tre giorni 17 morti e numerosissimi feriti fra i soli utenti delle due ruote. Una tragedia stradale che negli ultimi 10 anni è costata oltre 14.000 morti 860.520 feriti per incidenti su moto e scooter

di VINCENZO BORGOMEO


Primo week end di sole strage di motociclisti
E' bastato un solo week end di bel tempo per portare sulle nostre strade una vera e propria strage di motociclisti: 17 morti e numerosissimi feriti.

Un'impennata preoccupante considerando che fino a oggi il conto delle vittime nei week end fra gli utenti delle due ruote era stato di 93 vittime con una calo del 27,3% rispetto alle 128 dello scorso anno. Anche in questo caso - certo - il maltempo aveva avuto ul suo peso, ma i dati erano comunque incoraggianti. "Neppure le truppe americane in Iraq e Afganistan - spiegano all'Asaps, associazione che ha appena lanciato questi dati - hanno contato in questo decennio tante vittime e feriti. Ormai è più pericoloso per un motociclista viaggiare lungo i passi del Muraglione, Cisa, Calla, Futa e sulle altre statali che per un soldato americano girare in divisa per Bagdad".

I problemi, si sa, sono sempre i soliti: mancanza di controlli, scarsa preparazione degli utenti alle prestazioni delle moderne maxi, situazione disastrosa delle strade e atteggiamento sempre più distratto da parte degli automobilisti. Ma la situazione non cambia. Cambiano, semmai, solo le statistiche che di anno in anno dipingono una situazione sempre più grave. Basti dire che questa tragedia stradale delle due ruote negli ultimi 10 anni è costata oltre 14.000 morti 860.520 feriti per incidenti.

venerdì 21 maggio 2010

Automobilisti, "occhio alla moto!"


da motoblog:

“Objects in Mirror are More Vulnerable than They Appear”: (Gli oggetti negli specchietti sono più vulnerabile di quanto sembri!) era lo slogan di una campagna per la sicurezza dei motociclisti negli Stati Uniti (di cui vedete una locandina qui sopra). Sulla falsa riga, quanto sta facendoAncma con “Occhio alla moto“, un invito agli automobilisti a prestare maggiore attenzione agli utenti spesso invisibili della strada: i motociclisti.

Nel 2008 in Italia sono morte 4.731 persone per incidenti stradali. Di queste 1.461 guidavano un veicolo a due ruote, ossia il 30% del totale (dati Istat). Quando la causa di un incidente stradale è l’errore umano del conducente di un’autovettura, nel 70% dei casi questo è dovuto allamancanza percezione del veicolo a due ruote.

A riconferma di ciò, i conducenti d’auto con esperienza di guida anche sulle moto hanno meno difficoltà a percepire la presenza sulla strada dei motociclisti rispetto a quelli che non hanno mai guidato una moto (-20% errori di percezione - fonte MAIDS – Motorcycle Accidents In-Depth Study).

Per contrastare questo fenomeno Confindustria ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) lancia “Occhio alla moto”, il primo progetto di comunicazione in Italia dedicato alla visibilità degli utenti delle due ruote a motore, che prenderà il via mercoledì 19 maggio. L’obiettivo dell’iniziativa è da un lato sensibilizzare gli automobilisti ad una maggiore attenzione verso i centauri e, dall’altro, promuovere tra gli utenti delle 2 ruote comportamenti più prudenti.

Il dato risulta più allarmante se si pensa che negli ultimi otto anni gli incidenti con le moto hanno fatto registrare un aumento delle vittime del 40%, dovuto anche ad una crescita del parco circolante (+73%). Molto più incoraggiante la situazione dei ciclomotori (50cc.), che tra il 2000 e il 2008 hanno visto calare il numero delle vittime del 56%. I “cinquantini” hanno quindi già raggiunto l’obiettivo, posto dall’Unione Europea, di dimezzamento delle vittime entro il 2010.

Da qui nasce l’esigenza di Confindustria ANCMA, insieme a prestigiosi partner quali Fondazione ANIA, Autogrill e Milano Serravalle di intervenire con una Campagna ad hoc presentata oggi a Milano, nella sede della Provincia. Tra gli interventi anche quello di Mario Valducci, Presidente della Commissione Trasporti della Camera, in collegamento da Roma dove riprende oggi l’iter parlamentare del DDL sulla sicurezza stradale in discussione alla Camera dei Deputati.

“Occhio alla moto” la nuova campagna di Confindustria ANCMA sul tema della sicurezza stradale non si propone di dividere il “popolo della strada” tra buoni e cattivi, ma di migliorare i rapporti tra chi viaggia in auto e chi si sposta in moto: l’obiettivo è quello di cercare di limitare le oltre 4.700 vittime all’anno.

L’iniziativa promossa dall’industria delle due ruote a motore – dichiara Corrado Capelli, Presidente di Confindustria ANCMA - segue di poco l’approvazione da parte del Senato di un importante disegno di legge che dimostra l’attenzione crescente dello Stato per il tema della sicurezza stradale. Questo importante provvedimento – prosegue Capelli - non deve però far dimenticare altre misure che il nostro settore attende ormai da anni: servono importanti investimenti per migliorare le infrastrutture stradali, che a causa della progettazione inadeguata e della manutenzione insufficiente rappresentano una seria minaccia per l’incolumità di chi viaggia su scooter e moto. Per quel che riguarda l’abbigliamento protettivo, che svolge anche la funzione di accrescere la visibilità di chi viaggia su due ruote, ribadiamo la richiesta di detassare l’acquisto di capi tecnici ed indumenti specifici, favorendone in questo modo la massima diffusione tra il popolo delle due ruote”.

La Campagna è stata ideata e realizzata dall’agenzia pubblicitaria Ogilvy & Mather e sarà declinata su stampa e web. “Nella Provincia di Milano ciclomotori e motocicli accusano un tasso di incidentalità e di mortalità estremamente più elevato di tutti gli altri veicoli. Un dato statistico di settore che tuttavia, sulla strada, riguarda e coinvolge ogni categoria di conducente e pertanto invita ad una riflessione collettiva - afferma l’Assessore alle infrastrutture e mobilità della Provincia di Milano Giovanni De Nicola e prosegue - L’auspicio è che sommando iniziative come ‘Occhio alla moto’, agli interventi di educazione stradale e manutenzione delle infrastrutture sostenute dalle amministrazioni, si riesca a garantire la necessaria consapevolezza dei rischi della strada, stimolando così una guida maggiormente responsabile”.

Siamo convinti che la mobilità sulle 2 ruote possa rappresentare, soprattutto in città, una soluzione ai problemi del traffico” afferma Sandro Salvati, Presidente della Fondazione ANIA per la Sicurezza Stradale. “Purtroppo, però, motocicli e ciclomotori sono troppo vulnerabili e spesso coinvolti in incidenti stradali. I fatti di cronaca confermano che gli incidenti stradali sulle due ruote colpiscono soprattutto i giovani. Per questo sosteniamo la necessità e l’urgenza dell’introduzione della prova pratica per ottenere il patentino del ciclomotore, nella convinzione che ciò permetta di educare al meglio anche gli automobilisti di domani. D’altra parte – conclude Salvati - occorre anche una maggiore attenzione da parte degli automobilisti che spesso non vedono i veicoli a 2 ruote. A questo riguardo, è auspicabile che la campagna dell’Ancma educhi anche gli automobilisti”.

Credo che in materia di sicurezza stradale l’informazione abbia un ruolo di primissimo piano e Autogrill - ha dichiarato Giuseppe Cerroni, Direttore Generale Comunicazione e Affari istituzionali del Gruppo - si configura come uno straordinario mezzo di comunicazione per dialogare con la collettività. Per questo abbiamo messo a disposizione di ANCMA i nostri punti vendita più nevralgici“.

da www.motoblog.it

giovedì 6 maggio 2010

L'isola che non c'è



Lei ha i jeans strappati. Anche le perline del ricamo sono macchiate di sangue. E il piede destro ha perso la calzatura marchiata D&G, sicché si vede il calzino bianco imbrattato di rosso. Pure lui ha i denim lacerati. Sotto i brandelli di tela si scorgono delle ferite. Ma entrambe le scarpe gli sono rimaste addosso, come il giubbotto da centauro che ha gli stessi colori della motocicletta, bianco, argento e blu. Eccoli Chiara Filippin e Omar Artuso, nell’istante fatale in cui la due ruote sulla quale viaggiavano a velocità sostenuta, la sera del 12 luglio 2009 a Vedelago, si scontrò con l’auto di un cinese sbucato da una laterale senza dare la precedenza.

Chiara Filippin e Omar Artuso, di 23 e 24 anni, morti la sera del 12 luglio 2009 a Vedelago
Chiara Filippin e Omar Artuso, di 23 e 24 anni, morti la sera del 12 luglio 2009 a Vedelago
Chiara Filippin e Omar Artuso, di 23 e 24 anni, morti la sera del 12 luglio 2009 a Vedelago
Ma questa non è una fotografia della polizia stradale, buona al massimo a finire dimenticata in qualche fascicolo della procura. No: questo, che il prossimo 26 febbraio sarà inaugurato davanti ad una scuola di Fonte, è un monumento-choc contro le stragi della strada. Un’installazione in cui la quasi normalità dei rottami di un veicolo si carica dell’assoluto turbamento provocato dalla presenza di due manichini, vestiti con gli abiti squarciati ed insanguinati effettivamente indossati dai due fidanzati di San Zenone degli Ezzelini, la domenica in cui la 23enne ed il 24enne morirono di ritorno da una gita al mare. Il pranzo tutti insieme a Caorle, per festeggiare il diploma da geometra conseguito quella stessa settimana da Chiara, il secondo dopo la licenza linguistica. Una scelta anche d’affetto per papà Italo, affermato architetto ad Onè. Poi il pomeriggio in spiaggia, i parenti a ponente e la giovane coppia a levante, in un delicato gesto d’intimità. Quindi il ritorno a casa: gli altri in macchina e loro in moto, «con il casco ed il giubbotto da motociclista», come ricordano i familiari dei due ragazzi nel pannello che narra gli antefatti e spiega le finalità del simulacro, tre metri per due e cinquantacinque di dolore e coraggio. Perché ci deve volere davvero una grande forza d’animo, per superare lo strazio della sofferenza, e farsi dissequestrare i rottami di una Yamaha semidistrutta, e farsi restituire degli indumenti impregnati di morte. E poi ricomporle, quelle lamiere e quelle stoffe, su una pedana di legno che ricostruisce la tremenda scena di un duplice incidente mortale.

Un puzzle di cronaca e monito, in cui le foto dei giorni felici si incastrano con un mezzo devastato dallo schianto, i caschi graffiati dall’urto, una scarpa slacciata, una cassetta postale per il recapito di eventuali messaggi, gli articoli di giornale. E quei due fantocci con le facce blu-viola solcate di sangue, avatar di quello che però non è un film, adagiati perpendicolarmente l’uno all’altro, con le teste vicine ma gli sguardi che non si incroceranno mai più. Il monumento è stato chiamato «L’isola che non c’è». Ovvero «il luogo dove risiedono i desideri, dove mai si potrebbe verificare quanto accaduto, ma anche il luogo dei pensieri, della riflessione sulla realtà degli accadimenti che a volte si dissociano crudamente dall’apparenza, la fabbrica di quello che si vorrebbe fosse e della bellezza». Perché «l’isola che non c’è è abitata solo da giovani e Chiara ed Omar sono nella parte più bella!».
Ecco, ci vuole fegato anche per mettere un punto esclamativo, in fondo a questa specie di epigrafe che spiega il senso di un’installazione che turba. «Me ne sono accorto guardando gli studenti che collaboravano con me nell’allestimento: non scherzavano più, non parlavano neanche, semplicemente si fermavano a guardare e pensare», racconta Italo Filippin, anima di un’iniziativa concordata con il centro di formazione professionale della Fondazione Opera Montegrappa, l’istituto in cui aveva studiato Omar. Un’operazione concordata con la sezione di Treviso dell’Associazione nazionale vittime della strada, che conta di portare il memento davanti a tutte le scuole della Marca e, in estate, pure fuori dalle discoteche.


osa pensare? uno shock forte come quello suscitato da questa installazione, servirebbe a instillare nelle menti del patentato medio un pò di buon senso, un pò di rispetto per gli altri utenti della strada? Certo è che in un paese dove regna un totale immobilismo per quanto riguarda le campagne di pubblicità progresso relative alla sicurezza sulle due ruote, questo gesto di un padre sofferente, può essere un punto di partenza.


giovedì 22 aprile 2010

Casco integrale anche sullo scooter?



Si è parlato a lungo del disegno di legge 1720, in discussione da qualche mese nel nostro Parlamento. Una misura che, fra le altre cose, vorrebbe abbigliamento tecnico per tutti dueruotisti, in ogni occasione. Sì, anche per andare a comprare il pane con lo scooter (sopra i 50cc). Critiche sono piovute da ogni parte, persino (ed è un paradosso) anche dai produttori di abbigliamento da moto.

In sostanza la norma prevede alcuni step: fino ai 50cc resta quanto già previsto; da 125cc in poi, obbligo di casco integrale; fra 125 e 300cc (e potenza da 11 a 25 kw) si devono indossare guanti e giacca tecnica con protezioni; da 300 a 600cc (e potenze da 25 a 52 kw) va aggiunto il paraschiena, oltre i 600cc bisogna avere anche i pantaloni tecnici con protezioni per fianchi e ginocchia.

In tutto questo, nessun riferimento a scarpe o stivali tecnici; misura del fatto che il disegno di legge non è certo stato redatto da motociclisti. Inoltre, nessuna modifica per chi usa i “motorini”: i ciclomotoristi sono da considerarsi una categoria debole, basti pensare al numero di incidenti (spesso con conseguenze pesanti) che li vede coinvolti. Ma per loro niente, nessuno obbligo… scodella in testa e via! Altra considerazione, il paraschiena (capace più dei guanti di salvare la vita) è obbligatorio solo dai 600cc in poi.

E in questo disegno di legge ci sono ad esempio accenni alle infrastrutture stradali? No. Si prevede che i comuni che non rifanno l’asfalto quand’è pieno di buche vengano sanzionati? No. Si prevede che vengano resi illegali i guard-rail a tagliola? No. Si rende obbligatoria una verniciatura delle strisce sull’asfalto che non diventi una trappola quando piove? Ancora un no. Anzi. Se prima (che poi nessuno lo facesse è un altro paio di maniche) i proventi delle multe dovevano essere destinati alla sicurezza stradale (in forme non meglio precisate), il d.l. 1720 propone che solo il 20% di questi soldi vada alla sicurezza. Un modo per consentire ai comuni di intascarsi i soldi delle multe ma con la coscenza pulita.

Nel coro di “no”, ultime in ordine di tempo sono arrivate anche le preoccupazioni dell’Ancma: il rispetto della norma richiederebbe, secondo l’organizzazione dei costruttori, un investimento pro capite che oscilla tra i 500 e i 1.000 euro. Tenuto conto di questo, è facile prevedere che un numero incalcolabile di conducenti e passeggeri ripiegherebbero su prodotti low cost, di scarsa qualità e di incerta provenienza.

Le perplessita dei produttori di abbigliamento, invece, sono probabilmente da identificare nel fatto che la norma vorrebbe rendere obbligatorio il casco integrale per tutti; questo significherebbe bloccare il mercato di tutti le altre tipologie di caschi (v. jet o modulari).

Motocivismo ci informa che il comma di cui stiamo parlando (parte del disegno di legge di modifica al Codice della Strada) è stato accantonato, nel corso della seduta del Senato di mercoledì 14 aprile. “Accantonato” non significa bocciato, significa che è in stand by, che domani può essere riproposto così com’è. Oppure che domani qualcuno di buon senso lo riprenda in mano e lo renda un provvedimento accettabile.

MOTOVEICOLI FINO A 11 KW – 125cc SCOOTER INCLUSI: Diventa obbligatorio indossare ilcasco integrale
MOTOVEICOLI DA 11 A 25 KW – MOTO E SCOOTER DA 125 A 300cc: Al
casco integralesi aggiunge l’obbligatorietà di guanti per la protezione delle mani e di giacca tecnica con protezioni per spalle e gomiti
MOTOVEICOLI DA 25 A 52 KW – MEZZI SINO A 600cc: Alla dotazione obbligatoria si aggiunge la
giacca tecnica con paraschiena integrale oltre alle protezioni per spalle e gomiti
MOTOVEICOLI CON CILINDRATA SUPERIORE ai 600cc: All’elenco dell’equipaggiamento si aggiungono i
pantaloni tecnici con protezioni per fianchi e ginocchia

da Motoblog


Non so voi.. ma l'unica cosa che odierei mettere, sono i pantaloni tecnici per fare 2 km di casa/lavoro. Per i giri in moto più lunghi, li metto da anni.

indice e medio a V,

Leonardo Tongiani

mercoledì 17 febbraio 2010

Altroconsumo e i caschi.. qui gatta ci cova!



A quanto pare i risultati dei crash test di Altroconsumo sono da prendere con le pinze. (o forse no).
I produttori di caschi chiamati in causa hanno ritestato i caschi, e tutti quanto hanno confermato di aver passato i minimi standard per i crash test di omologazione (o forse no). Si potrebbe pensare a caschi scelti appositamente, visto che a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca. (o forse no)
La cosa poco chiara.. (FORSE) rimane il perchè Altroconsumo si rifiuti di ripetere i test nel medesimo (misterioso) laboratorio, e perchè non accetti la presenza dei produttori e l'uso di caschi presi a caso alla fonte. Altroconsumo, non ha accettato altresì di presenziare allo svolgimento dei crash test dei marchi messi in croce nell'ultima inchiesta. Questo netto rifiuto farebbe pensare quasi male.. riguardo all'attendibilità dei test eseguiti, ma non bisogna pensare male... "A pensare male, si fa peccato".
...già.. peccato che spesso ci si azzecchi.

Vogliamo chiarezza, non escamotages per fare pubblicità. Non si scherza con la sicurezza delle teste della gente. Nel dubbio... metto in testa il mio OGK, con la speranza che un "casco dell'anno" tanto male non sia.

Indice e medio a V,
Leonardo Tongiani.