Questo articolo ci comunica un rischiaramento delle nubi che gravano sui nostri caschi.
proviene dalla sezione "Motori" del Corriere della sera...
...FINALMENTE!
Migliore aerodinamica e nuovi materiali: i guard rail di nuova concezione resistono meglio agli urti.
Un test mirato sulle due ruote per le nuove barriere «salva-motociclisti» (Anas)
MILANO - Le strade italiane saranno più sicure per gli utenti delle due ruote. E' la promessa dell'Anas che annuncia l'installazione in tempi brevi di nuovi guard rail già ribattezzati «salva-motociclisti». Le nuove barriere, tecnicamente denominate H2-bordo laterale SM» recepiscono criteri di costruzione che tengono conto dei diversi effetti che l'impatto può avere sui diversi tipi di veicolo in caso di incidente e uscita di carreggiata.
I NUMERI DEGLI INCIDENTI - L'attenzione ai motociclisti nasce dall'osservazione delle statistiche sui sinistri in Italia che dicono come i «centauri» siano il 16% delle vittime complessivi di incidenti, nonostante i loro spostamenti sulla rete stradale nazionale rappresentino non più del 2%. Non solo: un motociclista ha una probabilità di morire, a seguito di un incidente, di 30 volte superiore rispetto a quella di un automobilista.
CRASH TEST PER LE DUE RUOTE - Per mettere a punto le nuove barriere sono stati effettuati anche dei crash test con dei manichini antropomorfi, gli stessi che si usano nei test per l'omologazione delle vetture. E si è tenuto conto delle reazioni degli stessi dummies nella messa a punto progettuale delle nuove barriere. Che all'apparenza sono simili alle altre, ma hanno un'aerodinamica e un sistema di distanziatori dai paletti studiati proprio per minimizzare gli effetti di un impatto. L'obiettivo è stato quello di creare una maggiore capacità di contenimento dello spostamento che la barriera subisce in seguito all’urto, per ridurre lo spazio necessario al suo funzionamento. Le barriere di sicurezza attualmente disponibili sul mercato, infatti, richiedono uno spazio a margine della carreggiata non sempre disponibile, come nel caso delle strade non ammodernate, che può costituire il presupposto per protezioni inadatte ad urti al di sopra di una certa velocità. Il fatto che le nuove barriere possano essere installate anche dove non ci sono grandi spazi disponibili rende di fatto possibile una loro diffusione praticamente ovunque.
I nuovi distanziatori a testa di gatto (Anas)
DISTANZIATORI «INTELLIGENTI»- La maggiore presenza di acciaio le rende più costose di quelle attualmente in circolazione. Ma proprio il minore spazio di spostamento che esse richiedono rende i nuovi dispositivi complessivamente più economici. Sarà infatti necessario acquisire quantità di terreno inferiori alle spalle delle barriere stesse, la qual cosa garantisce notevoli risparmi che vanno a compensare il maggior prezzo di fabbricazione. Fino ad oggi, invece, si è puntato a realizzare barriere con materiali sempre più leggeri, che per garantire adeguata sicurezza richiedevano un maggiore spazio di contenimento, la cui acquisizione era ovviamente a carico del gestore delle strade. Inoltre, l'introduzione del nuovo supporto consentirà di utilizzare un distanziatore universale - una delle innovazioni legate alle nuove barriere, un nastro d'acciaio sagomato a testa di gatto che ritarda tra l'altro l'impatto del nastro sul paletto permettendo una maggiore dispersione dell'energia dell'urto - per l'intera rete Anas, con una conseguente razionalizzazione dei costi di magazzino per i pezzi di ricambio. I nuovi guard rail - ideati dal Centro sperimentale di Cesano dell’unità ricerca ed i nnovazione dell’Anas, diretto dall’ingegner Eleonora Cesolini, - potranno essere utilizzati, secondo i nuovi criteri, da tutte le aziende omologate e certificate. «OBIETTIVO: MENO MORTI» - Si dice soddisfatto il presidente dell’Anas, Pietro Ciucci: «L’Anas ha posto l’accento sul miglioramento della gestione della rete esistente, individuando criteri, azioni e attrezzature specializzate ispirate alla più avanzata tecnologia stradale, a servizio del miglioramento della sicurezza attiva e passiva delle strade esistenti. Per primi in Italia abbiamo pensato anche ai motociclisti nella progettazione di un dispositivo di sicurezza, in modo da contribuire a ridurre la mortalità degli incidenti per questa categoria di utenti. L’installazione delle nuove barriere potrà avvenire progressivamente sulla nostra rete». 18 settembre 2009Grazie al mitico MaxMoto per averlo segnalato!